
Ponte sullo Stretto di Messina: un’occasione storica che Villa San Giovanni rischia di perdere
La sindaca di Villa San Giovanni, Giusy Caminiti, ha recentemente intensificato le proprie dichiarazioni contro la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina, arrivando a impugnare la delibera del Consiglio dei Ministri del 9 aprile 2025. Tuttavia, questa opposizione rischia di rappresentare una miopia politica e strategica che danneggia non solo Villa San Giovanni, ma l’intero Mezzogiorno.
Il ponte sullo Stretto di Messina come soluzione ai problemi storici di Villa San Giovanni
Villa San Giovanni è da oltre cinquant’anni congestionata da traffico pesante, smog e disagi infrastrutturali. Ogni giorno, migliaia di mezzi transitano verso gli imbarchi, generando caos urbano, danni alla salute e degrado ambientale. Tuttavia, nessuna amministrazione ha mai risolto il problema con interventi strutturali duraturi. Il ponte sullo Stretto di Messina rappresenta la prima vera possibilità di decongestionare la città e restituirle una nuova funzione logistica e urbana.
Il ponte sullo Stretto di Messina non è solo un’opera: è una strategia
Il progetto oggi promosso dal governo, e in particolare dal Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, nasce in realtà da lontano. È un’opera ideata già decenni fa, con l’avallo di governi di centrosinistra, e oggi riproposta con nuovi criteri di sicurezza, sostenibilità e integrazione territoriale. Lo ha ricordato anche Pietro Ciucci, presidente della Stretto di Messina S.p.A., parlando di investimenti in opere complementari su entrambi i versanti.
Le critiche della sindaca Caminiti non rispecchiano l’interesse collettivo
Il ricorso al TAR promosso da Caminiti e dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria si basa sulla presunta mancanza di valutazione dell’alternativa zero e sul rischio per la rete Natura 2000. Tuttavia, i pareri tecnici esistenti dimostrano che il progetto ha superato le valutazioni ambientali e che le opere di mitigazione previste rispettano le norme comunitarie. Ostacolare il ponte significa ritardare l’arrivo di 100.000 posti di lavoro, nuovi collegamenti ferroviari e viari, e opportunità economiche che mancano da sempre in Calabria.
Ponte sullo Stretto di Messina: un’occasione per rilanciare il Sud
In un contesto dove il Centro-Nord ha ricevuto negli ultimi decenni investimenti in TAV, metropolitane, autostrade e aeroporti, il Sud ha ottenuto solo promesse. Oggi, il ponte sullo Stretto di Messina è l’unica grande opera concreta in campo, capace di attivare un ciclo virtuoso di sviluppo e occupazione.
Il ruolo di un sindaco non è quello di difendere interessi ideologici o minoranze già garantite. È quello di rappresentare l’intera comunità. Molti cittadini di Villa San Giovanni sono pronti a cogliere questa occasione. Bloccarla in nome del “no a prescindere” significa condannare ancora una volta una città al ruolo di periferia dimenticata.
Conclusioni: scegliere il ponte sullo Stretto di Messina per non restare indietro
Caminiti ha il diritto di esprimere la propria posizione, ma non quello di bloccare il futuro di una città che attende risposte da decenni. Il ponte sullo Stretto non è un’utopia: è un’infrastruttura concreta, finanziata, ingegnerizzata, approvata, pronta a partire. È ora di costruire, non di ostacolare.
Il Sud non può più aspettare. Il ponte non è la fine di un paesaggio: è l’inizio di una nuova era.